domenica 22 marzo 2009

Chirurgia Minitraumatica

Di cosa si tratta?

È un tipo di chirurgia che può essere applicata a tutti gli interventi a cielo aperto.
Questi sono i vantaggi per i pazienti:

  • una breve durata degli interventi chirurgici
  • un notevole benessere e soddisfazione psico-fisica associato ad un rapido recupero psico-fisico
  • possibilita' di una immediata somministrazione di liquidi per via orale, subito dopo la conclusione dell'intervento
  • assoluto rispetto dei tessuti per favorire il loro immediato recupero strutturale e soprattutto funzionale
  • cicatrici di tipo cosmetico e non indurite né ispessite
  • degenze medie di tre giorni

In più un altro vantaggio:

  • un notevole risparmio economico grazie all’uso di una minore quantità di strumenti, suture, compresse, antibiotici, antidolorifici e trasfusioni

Antonio D'Acunto, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Pisa e Joaquin Cortes Prieto, Cattedratico di Ginecologia dell'Università di Alcalà, in Spagna, hanno teorizzato e sviluppato una concezione della chirurgia che può essere applicata a tutta la chirurgia a cielo aperto e che hanno chiamato Chirurgia Minitraumatica.

Gli interventi a tutt'oggi effettuati secondo i principi della Chirurgia Minitraumatica si contano a migliaia e di questi una buona parte, valutabile intorno al migliaio, sono stati effettuati all'ospedale Santa Chiara di Pisa personalmente dal Dottor Antonio D'Acunto.

lunedì 9 marzo 2009

La paura di affrontare l’intervento: come superarla

Chiunque debba sottoporsi ad un intervento chirurgico, per una malattia insorta all’improvviso o presente già da tempo, è colto da ansia non sempre ingiustificata: i motivi di queste preoccupazioni sono tanti e legati ai rischi che l’intervento potrebbe comportare, alla capacità di ripresa delle funzioni corporee e alla sofferenza fisica ma anche psichica per una mutilazione, che nel caso delle donne e degli interventi ginecologici può significare anche la perdita di un organo che appartiene alla sfera sessuale e riproduttiva, mettendo in discussione la propria “femminilità”. Questo blog ha la funzione di far conoscere la Chirurgia Minitraumatica, la peculiare interpretazione della chirurgia (ideata e messa in pratica da Antonio D'Acunto, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Pisa e Joaquin Cortes Prieto, Cattedratico di Ginecologia dell'Università di Alcalà, in Spagna) che verrà utilizzata durante l’intervento, le sue caratteristiche e le sue potenzialità: per raggiungere questo obiettivo il mezzo migliore è senza dubbio la diretta testimonianza di chi ha già usufruito della Chirurgia Minitraumatica e dei suoi vantaggi. Questo può aiutare tutti coloro che si preparano ad affrontare un intervento a superare con maggiore serenità e fiducia il difficile momento e contribuire ad un migliore e più rapido recupero psico-fisico nella fase post-operatoria.
La testimonianza di Marianna:

"RIVOLUZIONE PER LE OPERAZIONI DI GINECOLOGIA"
Alcuni mesi fa, vista la necessità da parte di una mia familiare di subire un intervento ginecologico (una laparoisterectomia totale con annessiectomia bilaterale, ovvero asportazione dell’utero e delle ovaie), sono rimasta incuriosita dalla descrizione di una nuova interpretazione della chirurgia: la Chirurgia Minitraumatica concettualizzata e messa in pratica dal dottor D'Acunto e dal collega Cortés-Prieto. Il primo ha uno studio a Follonica, la città in cui vivo e lavoro. Ecco perché la decisione, dopo essermi rivolta personalmente al medico, di presentare la sua tecnica in un articolo (http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2008/12/12SII5022.PDF)
“Rivoluzione per le operazioni di ginecologia” pubblicato a pagina 11 del Corriere di Maremma di venerdì 12 dicembre 2008:

FOLLONICA - Da trent’anni ha uno studio medico a Follonica e oggi la sua “Chirurgia maggiore minitraumatica” fa il giro del mondo. È Antonio D’Acunto, del dipartimento di Ostetricia e ginecologia dell’Università di Pisa, il ginecologo che, insieme allo spagnolo Joaquin Cortes Prieto, docente all’Università di Acalà, ha ideato e sperimentato una nuova tecnica chirurgica oggi adottata in tutto il mondo. La “Chirurgia maggiore minitraumatica” può essere applicata a tutti gli interventi a cielo aperto e D’acunto la definisce “una filosofia, più che una tecnica, questo perché – spiega il medico - permette di aumentare la sicurezza dell’operazione, ridurre la durata degli interventi e lasciare cicatrici meno visibili, e in più comporta un risparmio economico dovuto all’uso di una minore quantità di strumenti, suture, compresse, antibiotici e antidolorifici: basta una piccola incisione con il bisturi e il resto si fa con le mani. Il tutto per tempi di ripresa di appena tre giorni, in media”. Sono queste le principali garanzie della “Chirurgia maggiore minitraumatica” che ad oggi è stata impiegata in più di 3.000 operazioni, un migliaio all’ospedale Santa Chiara di Pisa dallo stesso Antonio D’Acunto. Un’innovazione che precede l’intervento stesso, visto che permette di dare al paziente una “preparazione personalizzata” ancor prima dell’operazione: “Dalla dieta – ha spiegato il ginecologo - alla fisioterapia, dall’attività fisica attiva e passiva all’atteggiamento psichico, fino agli integratori per stimolare il sistema immunitario. Tutto ciò permette al paziente di affrontare al meglio l’intervento chirurgico e di abbandonare la posizione supina in tempi brevissimi, a volte anche subito dopo l’operazione”. E a sostegno della “Chirurgia maggiore minitraumatica” è nata anche l’Associazione D’accort. Niente scopi di lucro: l’unico fine è quello di “addestrare” nuovi specialisti in questa tecnica e permettere così la sua massima diffusione. Questo vale soprattutto per i Paesi a basso reddito: la casistica ha dimostrato che la tecnica consente bassi costi, necessita di una minima quantità di materiali e può essere insegnata e appresa con facilità, offrendo massima efficacia e sicurezza. “Ecco perché – ha spiegato il dottor Antonio D’Acunto – io e il mio collega stiamo cercando di diffondere la tecnica anche in altri stati: Ecuador, Brasile, Francia e Spagna. Qui la “filosofia” della Chirurgia maggiore minitraumatica viene insegnata ad altri medici, chiamati poi a metterla in pratica nei loro ospedali”. Una filosofia, quella della Chirurgia maggiore minitraumatica, che va controcorrente: oggi la medicina investe sempre più sulle tecnologie avanzate, robotiche, mentre la tecnica ginecologica adottata dal dottor Antonio D’Acunto e dal collega spagnolo Joaquin Cortes Prieto punta sull’utilizzo delle mani. Un ritorno alla “semplicità” e soprattutto al risparmio. E il risultato è ottimo: nessuna complicazione e massima sicurezza. Le pazienti follonichesi confermano. (di Marianna Colella-Pubblicato sul Corriere di Maremma del 12 dicembre 2008)
In cosa consiste la Chirurgia Minitraumatica: informazioni tecniche sulle modalità di intervento

Il rispetto del principio ippocratico: “Primum non Nocere”

Il primo obiettivo della Chirurgia Minitraumatica è quello di rispettare i tessuti per favorire il loro immediato recupero strutturale e soprattutto funzionale. Ciò vale già dalle prime fasi dell’intervento, durante le quali avviene la ricerca manuale delle vie di accesso all’area interessata dalla patologia, utilizzando il minimo indispensabile di strumentazione e sfruttando solo vie precostituite (quelle più adatte) che scorrono lungo i piani di clivaggio naturali dei tessuti.

Questo modo di procedere permette di evitare l’incisione massiva dei vasi, dei nervi e dei tessuti del paziente. Di conseguenza non sarà poi necessario ricorrere a eccessive suture che spesso determinano tempi più lunghi di cicatrizzazione (e cicatrici vistose) e inevitabili danni non solo strutturali, ma soprattutto funzionali all’organismo.

L'utilizzazione sistematica della separazione manuale (che nella Chirurgia Minitraumatica sostituisce l’incisione delle strutture che entrano a far parte dell’architettura dei tessuti) oltre ad evitare danni irreparabili, previene l’insorgenza dei fenomeni correlati al dolore e permette la continua perfusione delle cellule che a sua volta garantisce, senza interruzioni, la loro buona ossigenazione durante tutto l' intervento e dopo la sua conclusione. Una garanzia su cui non si può scommettere quando i tessuti vengono sottoposti a stiramenti, compressioni ed altri traumatismi a causa di un uso scorretto ed eccessivo della strumentazione chirurgica.

domenica 8 marzo 2009

LA TESTIMONIANZA DI AGNESE
"Da anni il dottor D'Acunto mi aveva diagnosticato la presenza di un fibroma all'utero: tramite visite periodiche lo abbiamo tenuto sottocontrollo. Nell'ultimo periodo, però, igrossandosi un po', il fibroma ha iniziato a premere sulla vascica, aumentando notevolmente lo stimolo urinario. A questo problema si è aggiunto un prolungamento della durata del ciclo (con alcune perdite) e quindi il dottore ha deciso che era arrivato il momento di operare: l'unico modo per risolvere il mio problema. Dopo gli esami di routine è arrivato il giorno del ricovero all'ospedale di Pisa avvenuto la mattina precedente a quella dell'intervento. Sono stata operata giovedì 19 febbraio con anestia totale e sono stata sottoposta all'asportazione dell'utero e delle ovaie tramite la tecnica della Chirurgia minitraumatica. Delle ore successive non ricordo molto: ho dormito sia il pomeriggio che la notte, tanto che mia figlia, rimasta in ospedale nel caso ci fosse stato qualche bisogno, si è limitata a guardarmi mentre riposavo. Il venerdì sono persino riuscita ad alzarmi dal letto e a fare qualche passo fino a raggiungera la poltrona dove sono rimasta seduta per alcuni minuti. Non avevo dolori, l'unico fastidio era quello di trovare la posizione giusta nel letto. La sera del venerdì ha avuto qualche linea di febbre fisiologica, ma già sabato mattina ho fatto colazione e una passeggiata lungo il corridoio. In più sono andata tranquillamente in bagno e ho ricevuto le visite dei miei parenti. I dottori mi hanno assicurato che l'operazione era perfettamente riuscita e che il giorno dopo sarei potuta uscire dall'ospedale. La domenica, infatti, sono stata dimessa: ho salutato le altre pazienti che erano in camera con me e ho affrontato senza avere alcun tipo di dolore il viaggio in macchina (di un'ora) che da Pisa mi ha portato a Follonica. Appena tornata a casa ho apparecchiato la tavola e ho mangiato insieme a mia figlia e a mio marito. La convalescenza è stata un po' forzata...mi sentivo bene e avrei voluto dare una mano in casa. Tutto è andato alla perfezione e la settimana successiva all'intervento sono andata in Puglia a trovare alcuni parenti: un viaggio di otto ore in auto e per me, nè per la piccola cicatrice, nessun problema. Al ritorno ho ricominciato la vita di sempre, con il lavoro". Agnese Regina 48 anni Follonica
RISPARMIO DI STRUMENTI E MATERIALI
La quantità di strumenti e materiali che la Chirurgia Minitraumatica utilizza é veramente minima: la sua eccellenza dipende dall'alto livello di abilità manuale raggiunta dal chirurgo. Il motivo di questa scelta non è solo etico, ma soprattutto pratico perché, a partire dal microcosmo racchiuso in una qualsiasi cellula, ogni struttura biologica se danneggiata o distrutta, non può essere riparata in nessun modo con i mezzi meccanici a nostra disposizione. E' perciò indispensabile rispettare al massimo anche le più piccole risorse di un organismo già costretto a combattere contro la malattia, per aiutarlo realmente ad uscirne vincitore.
DETTAGLI TECNICI DELL’OPERAZIONE
A tal fine quando la Chirurgia Minitraumatica viene applicata a patologie che hanno colpito gli organi pelvici prevede l'intervento extracorporeo che, grazie alla traslazione extracavitaria degli organi interessati, permette l'isolamento della cavità addominale e del suo contenuto con la semplice applicazione di un apposito splint isolante. L'idratazione continua dei tessuti completa la loro protezione, evitando qualsiasi danneggiamento delle pareti cellulari che altrimenti dopo soli tre minuti di esposizione all'essiccamento sarebbero distrutte. Con questa metodica, associata al drenaggio continuo, é possibile mantenere continuamente in diluizione i fattori che normalmente innescano i processi della coagulazione e la formazione della fibrina, evitando allo stesso tempo di creare microtraumi alle sierose che rivestono tutti gli organi e le pareti intracavitarie, cosa che invece succede sempre con l'utilizzazione scorretta di compresse e tamponi. E poi viene impedito il riassorbimento di molecole pirogene ed impedita l'insorgenza dei processi febbrili. Tutto questo spiega il benessere dopo la conclusione dell'intervento confermato da chiunque abbia usufruito della Chirurgia Minitraumatica.
LE SUTURE
Le poche suture utilizzate sui tessuti (tranne quelle con funzione emostatica) sono tutte autostatiche, senza nodi, a doppia greca, tombate, planari ed elastiche. I risultati di quelle cutanee sono enormemente apprezzate soprattutto dalle donne: le cicatrici sono appena visibili. Non solo vantaggi dal punto di vista estetico però, le caratteristiche architettoniche di queste suture evitano che si crei il così detto “effetto imbuto bidirezionale”, impedendo a germi indesiderati di passeggiare indisturbati da un piano all'altro dei vari organi e tessuti, come invece succede quando vengono applicate suture con nodi che contemporaneamente attraversano e mettono in comunicazione livelli diversi per caratteristiche fisiche, bioumorali e batteriologiche. Estrema attenzione viene riservata alla cura e alla sterilizzazione del campo operatorio: non solo prima di iniziare l'intervento, ma anche dopo la sua conclusione. Analoghi accorgimenti vengono riservati per le porte naturali tra l'interno e l'esterno dell'organismo, come la vulva, la vagina e l'ano. Queste sono le uniche procedure che, in migliaia di casi in cui è stata applicata la Chirurgia Minitraumatica, si sono rivelate capaci di evitare l'insorgenza di processi febbrili e di garantire l'azzeramento di ogni possibile infezione delle suture cutanee.
Scuole aperte in altri Paesi
é facile insegnare e apprendere la tecnica
Un'altra importantissima caratteristica della Chirurgia Minitraumatica risiede nella semplicità con cui può essere insegnata ed appresa. Il dottor D’Acunto e il collega Cortes Prieto stanno cercando di diffondere la tecnica anche in altri Paesi: Ecuador, Brasile, Francia e Spagna. Qui la “filosofia” della Chirurgia minitraumatica viene insegnata ad altri medici, chiamati poi a metterla in pratica nei loro ospedali. Una filosofia che va controcorrente: oggi la medicina investe sempre più sulle tecnologie avanzate, robotiche, mentre la tecnica ginecologica adottata dal dottor Antonio D’Acunto e dal collega spagnolo Joaquin Cortes Prieto punta sull’utilizzo delle mani. Si tratta di un ritorno alla “semplicità” in vista del risparmio di strumenti e materiali.