Avevo scelto quella struttura un po' perché io stessa sono nata là 37 anni fa, ma principalmente perché era lì che presta la sua opera il Dottor D'Acunto, il ginecologo da cui andavo ormai da diversi anni e che in cui ho più di una volta riposto grande fiducia (sono stata in passato operata di endometriosi).
In realtà io ero convintissima di poter partorire naturalmente, quindi avevo passato lunghe ore in sedute di yoga e in esercizi dedicati al pavimento pelvico, ma il piccolo aveva deciso che non sarebbe stato così. Alla quarantaduesima settimana inoltrata non c'era nessun segno di una nascita imminente e una volta ricoverata in ospedale per indurre il parto le contrazioni erano rare e non dolorose, l'utero ancora arretrato e nessun risultato dopo due flebo di ossitocina.
Ero sotto monitoraggio quando un'ostetrica si è accorta che forse Andrea in quel momento stava soffrendo, c'erano delle irregolarità nel suo battito!
E' stato chiamato il medico che in quel momento era di turno, e la fortuna ha voluto che fosse proprio il mio ginecologo. Hanno discusso brevemente ed è stato deciso il cesareo. Per me è stata una doccia fredda, ho anche pianto, ma devo dire che l'idea che ad eseguirlo fosse il Dottor D'Acunto era l'unica cosa che mi tranquillizzava.
Durante l'intervento ho avvertito solo un leggero fastidio dovuto più all'immaginazione che alle sensazioni fisiche reali. Il disagio è durato per circa cinque minuti, dopodiché ho sentito il pianto del mio piccolo che nel frattempo era venuto alla luce. Si è scoperto che non aveva impegnato neanche il canale del parto perché aveva ben due giri di cordone ombelicale stretti intorno al collo.
Dopo averlo brevemente visto l'unico mio pensiero è stata quello di uscire appena possibile dalla sala operatoria per andare a guardarlo nuovamente.
In realtà non è andata proprio così perché le operazioni di sistemazione e chiusura dell'addome hanno impegnato il medico per circa altri cinquanta minuti, ma per me sono stati una discesa,poi sono passate diverse ore perché io non me la sentivo di alzarmi.
Mi ha colpito la grande umanità del dottore alla conclusione dell'intervento, forse perché dopo aver contribuito alla mia nascita è stato l'artefice di quella di mio figlio.
Io non sapevo cosa fosse la chirurgia minitraumatica,ma in senso letterale l'ho provata sulla mia pelle. La ferita era fin da subito poco visibile e non era stata "suturata" in modo tradizionale,
(questo lo avevo già avvertito durante l'operazione, perché il dottore lo spiegava ad un altro medico). Avevo soltanto un piccolo cerotto sterile e in ogni caso il taglio era di piccola ampiezza, peraltro in una piega della pelle. Il dottore mi ha successivamente spiegato che l’intervento è stato realizzato con solo l’utilizzo di un bisturi, che viene usato al momento dell’incisione e poi esclusivamente con le mani e con un getto di acqua. Quindi immagino che venga realizzato con abilità e competenza manuale, ma senza ricorso a strumentazioni particolari o costose.
Adesso che è passato quasi un anno direi che è invisibile, ma un paio di mesi dopo l'operazione andai dal mio dermatologo per altri motivi e ne approfittai per fargli controllare la cicatrice.
Lui è un dermatologo anche estetico, e rimase stupito da quel taglio, mi chiese a cosa era dovuto e chi lo aveva eseguito, pensando ad un chirurgo plastico.
Quando gli ho detto che era stato eseguito da un ginecologo è rimasto favorevolmente impressionato.
In generale devo dire che se anche non è stato il parto che sognavo, è stato sicuramente il meglio possibile, per il piccolo soprattutto, e che la scelta dell'ospedale Santa Chiara si è rivelata
quella più felice. Adesso non abito più a Pisa, ma il Dottor D'Acunto è e rimane il mio punto di riferimento dal punto di vista ostetrico e ginecologico.