In cosa consiste la Chirurgia Minitraumatica: informazioni tecniche sulle modalità di intervento
Il rispetto del principio ippocratico: “Primum non Nocere”
Il primo obiettivo della Chirurgia Minitraumatica è quello di rispettare i tessuti per favorire il loro immediato recupero strutturale e soprattutto funzionale. Ciò vale già dalle prime fasi dell’intervento, durante le quali avviene la ricerca manuale delle vie di accesso all’area interessata dalla patologia, utilizzando il minimo indispensabile di strumentazione e sfruttando solo vie precostituite (quelle più adatte) che scorrono lungo i piani di clivaggio naturali dei tessuti.
Questo modo di procedere permette di evitare l’incisione massiva dei vasi, dei nervi e dei tessuti del paziente. Di conseguenza non sarà poi necessario ricorrere a eccessive suture che spesso determinano tempi più lunghi di cicatrizzazione (e cicatrici vistose) e inevitabili danni non solo strutturali, ma soprattutto funzionali all’organismo.
L'utilizzazione sistematica della separazione manuale (che nella Chirurgia Minitraumatica sostituisce l’incisione delle strutture che entrano a far parte dell’architettura dei tessuti) oltre ad evitare danni irreparabili, previene l’insorgenza dei fenomeni correlati al dolore e permette la continua perfusione delle cellule che a sua volta garantisce, senza interruzioni, la loro buona ossigenazione durante tutto l' intervento e dopo la sua conclusione. Una garanzia su cui non si può scommettere quando i tessuti vengono sottoposti a stiramenti, compressioni ed altri traumatismi a causa di un uso scorretto ed eccessivo della strumentazione chirurgica.
lunedì 9 marzo 2009
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