lunedì 17 agosto 2009

Alessandra Marini

Mi chiamo Alessandra Marini, sono un medico specialista in Ematologia e lavoro all’ Ospedale Versilia. Il 21 luglio 2007 sono stata sottoposta presso la U.O. Ostetricia e Ginecologia 2 dell’ Azienda ospedaliera universitaria pisana ad intervento di laparoisterectomia totale ed annessiectomia bilaterale secondo il metodo di chirurgia minitraumatica del Dottor Antonio D’Acunto, che mi ha operato. Il decorso post operatorio è stato regolare; nei pochi giorni di degenza ( il 24 luglio sono tornata a casa) non ho avuto febbre o dolore. Come sutura ricordo anch’ io i cerotti. Il primo settembre sono tornata al lavoro e la sera prima in palestra.

Mi sento di raccomandare questo tipo di intervento a tutte le donne che ne hanno bisogno, anche perché non necessita – salvo complicazioni - di (auto)trasfusioni di sangue.

Un particolare ringraziamento al Dottor D’Acunto per la sua disponibilità e a tutto il personale della U.O.

Alessandra Marini

Chiara Mengali


Mi chiamo Chiara Mengali e lavoro all’Ospedale di Livorno come operatore socio-sanitario.
Ho cercato per tanto tempo una gravidanza e alla fine, grazie anche all’amore del mio compagno e al sostegno familiare, e’ arrivata!
Avevo bisogno di un ginecologo che fosse non solo bravo, ma anche comprensivo e presente, e mi hanno il nome del prof. D’Acunto.
Al primo appuntamento il suo aspetto mi ha ricordato un asceta dagli occhi azzurri e l’aria intelligente, e mi e’ piaciuto soprattutto quando si e’ espresso senza preconcetti a favore del parto cesareo (avevo avuto problemi con il precedente parto).
E’ stato allora che mi ha parlato della chirurgia minitraumatica che lui pratica.
Posso garantire la veridicita’ delle sue parole!
Il cesareo e’ stata un’esperienza bellissima, ne ho vissuto ogni istante e ho sentito il primo vagito di mio figlio. Ma soprattutto ho apprezzato la chirurgia minitraumatica quando, la mattina dopo l’intervento, mi sono potuta alzare per fare colazione, per lavarmi e per andare a piedi dal mio piccino nella nursery.
A differenza di altre donne cesarizzate, non ho mai fatto ricorso agli antidolorifici e ho ripreso subito la mia autonomia. Inoltre la ferita é stata chiusa con una sutura speciale a doppia greca tombata, senza punti esterni.
Per concludere, riporto le parole della mia amica ferrista (che lavora in sala operatoria in Chirurgia) che ha assistito a tutto l’intervento: “Ha fatto un lavoro da certosino. Non ho mai visto un medico lavorare con tanta accuratezza e precisione. Ho trovato il ginecologo per quando dovro’ partorire!”.

mercoledì 29 luglio 2009

Luciana Mobili

Follonica 07/07/2009

Sono Luciana Mobili, nata nel 1942 ad Alessandria. Trasferitami in Toscana da piccola mi sono diplomata a Siena e attualmente risiedo a Follonica con la mia famiglia.

In seguito a saltuarie, piccole perdite ematiche che da circa due anni ripetutamente comparivano e che la mia ginecologa dopo aver indagato con Pap-Test ed ecografia aveva trasferito sulla scheda scrivendo “la paziente riferisce di avere piccole perdite ematiche”, mi rivolsi al dott. D'Acunto.
Avendo la biopsia urgente dell'endometrio diagnosticato “iperplasia endometriale focalmente complessa con atipie” fu deciso l'intervento chirurgico.
Il 10/08/08 fui ricoverata presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e il giorno successivo sottoposta a intervento di laparoisterectomia totale e annessiectomia bilaterale.

L'intervento è stato effettuato con una tecnica chirurgica definita Chirurgia Maggiore Minitraumatica. Mi è stato spiegato che con il bisturi si incide la cute solo un paio di centimetri e l'utero viene raggiunto allargando i muscoli con le dita facendo a meno di divaricatori e che,
trattandosi di chirurgia a cielo aperto, il tempo di esposizione degli organi è inferiore rispetto alle tecniche convenzionali.Il giorno seguente alla prima medicazione, invitata a passare un dito sulla
ferita, l'ho sentito scorrere piacevolmente su una superficie liscia, priva cioè di punti di sutura sostituiti da un nastro colloso; nello stesso giorno mi è stato tolto il catetere, ho fatto i primi passi e l'indomani ho raggiunto il bagno da sola. Il decorso post operatorio è stato regolare e il giorno 15/08/08 sono stata dimessa.

Da casa, ripensando con calma al mio percorso clinico chirurgico, voglio ringraziare il dott. D'Acunto e la sua equipe per questo tipo di intervento sperando che questa mia esperienza sia utile a molti. L. M.

venerdì 17 luglio 2009

La testimonianza di Antonella Castello


Conosco il Dott. D’Acunto da più di 20 anni.Da un punto di vista ginecologico…posso dire di essere cresciuta proprio con lui e di aver affrontato con lui gioie e dolori: il periodo dell’amenorrea ipotalamica, più aborti spontanei, una prima gravidanza con parto a termine naturale indotto per rialzo pressorio ed infine una seconda gravidanza con parto pretermine e cesareo d’urgenza.
In tutte le occasioni la professionalità e l’umanità del dott. D’Acunto sono state presenti…al punto che lo considero allo stesso tempo il mio ginecologo ed un secondo padre.
Ricordo in particolare quest’ultima gravidanza molto difficile, costellata da continue emorragie, distacchi di placenta ed il cesareo d’urgenza alla 30^.
Il Dott. D’Acunto decise d’intervenire d’urgenza la mattina del 9 maggio 2006 a seguito dell’eco di controllo che, purtroppo a riprova dell’emorragia continua, confermava un peggioramento del distacco di placenta.
Alla paura di non vedere nascere viva la mia piccola di appena 30 settimane si univa il terrore per l’intervento ….ed invece il dott. D’Acunto ha saputo tranquillizzarmi e far nascere la mia cucciola con un taglio quasi inesistente, proprio al di sotto del punto in cui poi successivamente avrei potuto reindossare il bikini.
L’assenza di punti e di clips ha permesso un decorso post operatorio eccellente, un minuscolo cerotto su una minuscola ferita che mi ha permesso di correre già l’indomani a vedere la mia piccola in TIN.
Ho sentito tante mamme lamentarsi delle cicatrici cheloidee post cesareo ed invece la mia pur essendoci…a tre anni di distanza è quasi invisibile.
La chirurgia mini traumatica è stata una vera e propria “scoperta”, ammiro tanto il dott. D’Acunto ed i suoi collaboratori. La loro opera di divulgazione di tale tecnica e lo spirito che anima l’associazione sono encomiabili.

Antonella Castello

giovedì 11 giugno 2009

La testimonianza della Dott.ssa Laura Becattini

Mi chiamo Laura Becattini, sono un medico pediatra di Pisa.Nel febbraio del 2005 sono stata operata di isterectomia totale con annessiectomia dal Dottor Antonio D' Acunto con la chirurgia minitraumatica per un'importante fibromatosi uterina in menopausa.Per un pregresso problema polmonare,sono stata operata con l'anestesia spinale,quindi ...sveglissima! e su una pregressa cicatrice di un cesareo di 17 anni or sono. Ho seguito tutto l'intervento parola per parola,tutte le descrizioni che il Dottor D' Acunto faceva alla sua collaboratrice,agli anestesisti,a me.Non ho avuto punti di sutura cutanea,nonostante la vecchia cicatrice del cesareo e, dimenticavo,di una vecchia appendicectomia.Sono stata dimessa in 4° o 5° giornata,non ricordo bene.Non ho avuto febbre,di solito presente dopo ogni intervento chirurgico,nè,tanto meno,alcun tipo di complicazioni.La ripresa lavorativa è stata veloce e senza problemi .Mi ritengo quindi soddisfatta di questa chirurgia veramente poco invasiva e pochissimo aggressiva,con ottimi risultati.Credo di poterla consigliare a chiunque.L.B.

Vanessa Ayala de Paoletti (Mauritius)


Hola me llamo Vanessa Ayala de Paoletti, tuve la suerte de conocer al excelente Doctor D’acunto a Pisa en Italia, por el trabajo de mi esposo hemos vivido en diferentes paìses, y conocidos muchos ginecologos, ya que cuando estaba embarazada necesitaba un control, pero siempre continuaba a telèfonar al Doctor D’acunto, que desde el primer dìa que lo conocì me dio una tranquilidad total, a nivel profesional y humano.


Cuado se hacercaba el momento de tener a mis hijas, regresaba en Italia y me ponia en las manos de mi grande Doctor, y con su nueva tècnica era màs motivada y sin ninguna duda.


Mis dos hijas nacieron con la tècnica de MINITRAUMATIC , sin ninguna complicacion, una recuperacion muy simple, y muy ràpida.


Mi testimoniancia es para las futuras mamas que quierèn tener a su bebe con este metodo y saber que es muy segura, ràpida y cicatriz perfecta.


Hasta Luego, y muy buena suerte.

mercoledì 20 maggio 2009

La testimonianza di Katty (da Ferrara)


Ho dato alla luce il mio piccolo Andrea quasi un anno fa, all'Ospedale Santa Chiara di Pisa.
Avevo scelto quella struttura un po' perché io stessa sono nata là 37 anni fa, ma principalmente perché era lì che presta la sua opera il Dottor D'Acunto, il ginecologo da cui andavo ormai da diversi anni e che in cui ho più di una volta riposto grande fiducia (sono stata in passato operata di endometriosi).
In realtà io ero convintissima di poter partorire naturalmente, quindi avevo passato lunghe ore in sedute di yoga e in esercizi dedicati al pavimento pelvico, ma il piccolo aveva deciso che non sarebbe stato così. Alla quarantaduesima settimana inoltrata non c'era nessun segno di una nascita imminente e una volta ricoverata in ospedale per indurre il parto le contrazioni erano rare e non dolorose, l'utero ancora arretrato e nessun risultato dopo due flebo di ossitocina.
Ero sotto monitoraggio quando un'ostetrica si è accorta che forse Andrea in quel momento stava soffrendo, c'erano delle irregolarità nel suo battito!
E' stato chiamato il medico che in quel momento era di turno, e la fortuna ha voluto che fosse proprio il mio ginecologo. Hanno discusso brevemente ed è stato deciso il cesareo. Per me è stata una doccia fredda, ho anche pianto, ma devo dire che l'idea che ad eseguirlo fosse il Dottor D'Acunto era l'unica cosa che mi tranquillizzava.
Durante l'intervento ho avvertito solo un leggero fastidio dovuto più all'immaginazione che alle sensazioni fisiche reali. Il disagio è durato per circa cinque minuti, dopodiché ho sentito il pianto del mio piccolo che nel frattempo era venuto alla luce. Si è scoperto che non aveva impegnato neanche il canale del parto perché aveva ben due giri di cordone ombelicale stretti intorno al collo.
Dopo averlo brevemente visto l'unico mio pensiero è stata quello di uscire appena possibile dalla sala operatoria per andare a guardarlo nuovamente.
In realtà non è andata proprio così perché le operazioni di sistemazione e chiusura dell'addome hanno impegnato il medico per circa altri cinquanta minuti, ma per me sono stati una discesa,poi sono passate diverse ore perché io non me la sentivo di alzarmi.
Mi ha colpito la grande umanità del dottore alla conclusione dell'intervento, forse perché dopo aver contribuito alla mia nascita è stato l'artefice di quella di mio figlio.
Io non sapevo cosa fosse la chirurgia minitraumatica,ma in senso letterale l'ho provata sulla mia pelle. La ferita era fin da subito poco visibile e non era stata "suturata" in modo tradizionale,
(questo lo avevo già avvertito durante l'operazione, perché il dottore lo spiegava ad un altro medico). Avevo soltanto un piccolo cerotto sterile e in ogni caso il taglio era di piccola ampiezza, peraltro in una piega della pelle. Il dottore mi ha successivamente spiegato che l’intervento è stato realizzato con solo l’utilizzo di un bisturi, che viene usato al momento dell’incisione e poi esclusivamente con le mani e con un getto di acqua. Quindi immagino che venga realizzato con abilità e competenza manuale, ma senza ricorso a strumentazioni particolari o costose.
Adesso che è passato quasi un anno direi che è invisibile, ma un paio di mesi dopo l'operazione andai dal mio dermatologo per altri motivi e ne approfittai per fargli controllare la cicatrice.
Lui è un dermatologo anche estetico, e rimase stupito da quel taglio, mi chiese a cosa era dovuto e chi lo aveva eseguito, pensando ad un chirurgo plastico.
Quando gli ho detto che era stato eseguito da un ginecologo è rimasto favorevolmente impressionato.
In generale devo dire che se anche non è stato il parto che sognavo, è stato sicuramente il meglio possibile, per il piccolo soprattutto, e che la scelta dell'ospedale Santa Chiara si è rivelata
quella più felice. Adesso non abito più a Pisa, ma il Dottor D'Acunto è e rimane il mio punto di riferimento dal punto di vista ostetrico e ginecologico.

giovedì 14 maggio 2009

La testimonianza di Giuliana

"Altro che Rachida Dati, ho partorito con parto cesareo la mia bambina di 3.300 kg. a 41 anni e sono uscita dall’ospedale dopo tre giorni !!!

Ebbene sì, la mia esperienza di parto è stata una vera sorpresa ; ho cominciato a capire che i racconti delle mie amiche e conoscenti sulla loro esperienza di cesareo era tutta diversa dalla mia, quando dopo aver partorito alle ore 13.00 del giovedì mi sono vista recapitare un gelato al fiordilatte alle ore 18.00.

La sera, mi aspettavo come da copione di passare una notte insonne per i dolori da contrazione dell’utero, ed invece stavo benissimo e non ho preso alcun antidolorifico, la notte l’ho passata sì sveglia ma per la sola gioia ed eccitazione che avevo.

La mattina seguente alle ore 9.00 sono scesa con le mie gambe al piano inferiore ad allattare la mia bambina, bellissima, e la domenica alle ore 14.00 sono tornata a casa con la mia famiglia al completo.

La mia cicatrice inoltre è praticamente invisibile, sia per la posizione che per la natura.

Il mio medico , il Dott. D’Acunto mi ha poi spiegato la tecnica innovativa che ha utilizzato ed è così che ho scoperto la chirurgia minitraumatica, e sono rimasta incantata ed entusiasta.

Ho usufruito in una struttura pubblica di un servizio di eccellenza, senza sborsare un solo centesimo, e tutto questo grazie alla dedizione e genialità del Dott. D’Acunto che con la sua passione e tenacia ha realizzato e permesso tutto ciò. Chapeau !!! alla creatività italiana che riesce ad emergere nonostante tutto."

domenica 22 marzo 2009

Chirurgia Minitraumatica

Di cosa si tratta?

È un tipo di chirurgia che può essere applicata a tutti gli interventi a cielo aperto.
Questi sono i vantaggi per i pazienti:

  • una breve durata degli interventi chirurgici
  • un notevole benessere e soddisfazione psico-fisica associato ad un rapido recupero psico-fisico
  • possibilita' di una immediata somministrazione di liquidi per via orale, subito dopo la conclusione dell'intervento
  • assoluto rispetto dei tessuti per favorire il loro immediato recupero strutturale e soprattutto funzionale
  • cicatrici di tipo cosmetico e non indurite né ispessite
  • degenze medie di tre giorni

In più un altro vantaggio:

  • un notevole risparmio economico grazie all’uso di una minore quantità di strumenti, suture, compresse, antibiotici, antidolorifici e trasfusioni

Antonio D'Acunto, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Pisa e Joaquin Cortes Prieto, Cattedratico di Ginecologia dell'Università di Alcalà, in Spagna, hanno teorizzato e sviluppato una concezione della chirurgia che può essere applicata a tutta la chirurgia a cielo aperto e che hanno chiamato Chirurgia Minitraumatica.

Gli interventi a tutt'oggi effettuati secondo i principi della Chirurgia Minitraumatica si contano a migliaia e di questi una buona parte, valutabile intorno al migliaio, sono stati effettuati all'ospedale Santa Chiara di Pisa personalmente dal Dottor Antonio D'Acunto.

lunedì 9 marzo 2009

La paura di affrontare l’intervento: come superarla

Chiunque debba sottoporsi ad un intervento chirurgico, per una malattia insorta all’improvviso o presente già da tempo, è colto da ansia non sempre ingiustificata: i motivi di queste preoccupazioni sono tanti e legati ai rischi che l’intervento potrebbe comportare, alla capacità di ripresa delle funzioni corporee e alla sofferenza fisica ma anche psichica per una mutilazione, che nel caso delle donne e degli interventi ginecologici può significare anche la perdita di un organo che appartiene alla sfera sessuale e riproduttiva, mettendo in discussione la propria “femminilità”. Questo blog ha la funzione di far conoscere la Chirurgia Minitraumatica, la peculiare interpretazione della chirurgia (ideata e messa in pratica da Antonio D'Acunto, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Pisa e Joaquin Cortes Prieto, Cattedratico di Ginecologia dell'Università di Alcalà, in Spagna) che verrà utilizzata durante l’intervento, le sue caratteristiche e le sue potenzialità: per raggiungere questo obiettivo il mezzo migliore è senza dubbio la diretta testimonianza di chi ha già usufruito della Chirurgia Minitraumatica e dei suoi vantaggi. Questo può aiutare tutti coloro che si preparano ad affrontare un intervento a superare con maggiore serenità e fiducia il difficile momento e contribuire ad un migliore e più rapido recupero psico-fisico nella fase post-operatoria.
La testimonianza di Marianna:

"RIVOLUZIONE PER LE OPERAZIONI DI GINECOLOGIA"
Alcuni mesi fa, vista la necessità da parte di una mia familiare di subire un intervento ginecologico (una laparoisterectomia totale con annessiectomia bilaterale, ovvero asportazione dell’utero e delle ovaie), sono rimasta incuriosita dalla descrizione di una nuova interpretazione della chirurgia: la Chirurgia Minitraumatica concettualizzata e messa in pratica dal dottor D'Acunto e dal collega Cortés-Prieto. Il primo ha uno studio a Follonica, la città in cui vivo e lavoro. Ecco perché la decisione, dopo essermi rivolta personalmente al medico, di presentare la sua tecnica in un articolo (http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2008/12/12SII5022.PDF)
“Rivoluzione per le operazioni di ginecologia” pubblicato a pagina 11 del Corriere di Maremma di venerdì 12 dicembre 2008:

FOLLONICA - Da trent’anni ha uno studio medico a Follonica e oggi la sua “Chirurgia maggiore minitraumatica” fa il giro del mondo. È Antonio D’Acunto, del dipartimento di Ostetricia e ginecologia dell’Università di Pisa, il ginecologo che, insieme allo spagnolo Joaquin Cortes Prieto, docente all’Università di Acalà, ha ideato e sperimentato una nuova tecnica chirurgica oggi adottata in tutto il mondo. La “Chirurgia maggiore minitraumatica” può essere applicata a tutti gli interventi a cielo aperto e D’acunto la definisce “una filosofia, più che una tecnica, questo perché – spiega il medico - permette di aumentare la sicurezza dell’operazione, ridurre la durata degli interventi e lasciare cicatrici meno visibili, e in più comporta un risparmio economico dovuto all’uso di una minore quantità di strumenti, suture, compresse, antibiotici e antidolorifici: basta una piccola incisione con il bisturi e il resto si fa con le mani. Il tutto per tempi di ripresa di appena tre giorni, in media”. Sono queste le principali garanzie della “Chirurgia maggiore minitraumatica” che ad oggi è stata impiegata in più di 3.000 operazioni, un migliaio all’ospedale Santa Chiara di Pisa dallo stesso Antonio D’Acunto. Un’innovazione che precede l’intervento stesso, visto che permette di dare al paziente una “preparazione personalizzata” ancor prima dell’operazione: “Dalla dieta – ha spiegato il ginecologo - alla fisioterapia, dall’attività fisica attiva e passiva all’atteggiamento psichico, fino agli integratori per stimolare il sistema immunitario. Tutto ciò permette al paziente di affrontare al meglio l’intervento chirurgico e di abbandonare la posizione supina in tempi brevissimi, a volte anche subito dopo l’operazione”. E a sostegno della “Chirurgia maggiore minitraumatica” è nata anche l’Associazione D’accort. Niente scopi di lucro: l’unico fine è quello di “addestrare” nuovi specialisti in questa tecnica e permettere così la sua massima diffusione. Questo vale soprattutto per i Paesi a basso reddito: la casistica ha dimostrato che la tecnica consente bassi costi, necessita di una minima quantità di materiali e può essere insegnata e appresa con facilità, offrendo massima efficacia e sicurezza. “Ecco perché – ha spiegato il dottor Antonio D’Acunto – io e il mio collega stiamo cercando di diffondere la tecnica anche in altri stati: Ecuador, Brasile, Francia e Spagna. Qui la “filosofia” della Chirurgia maggiore minitraumatica viene insegnata ad altri medici, chiamati poi a metterla in pratica nei loro ospedali”. Una filosofia, quella della Chirurgia maggiore minitraumatica, che va controcorrente: oggi la medicina investe sempre più sulle tecnologie avanzate, robotiche, mentre la tecnica ginecologica adottata dal dottor Antonio D’Acunto e dal collega spagnolo Joaquin Cortes Prieto punta sull’utilizzo delle mani. Un ritorno alla “semplicità” e soprattutto al risparmio. E il risultato è ottimo: nessuna complicazione e massima sicurezza. Le pazienti follonichesi confermano. (di Marianna Colella-Pubblicato sul Corriere di Maremma del 12 dicembre 2008)
In cosa consiste la Chirurgia Minitraumatica: informazioni tecniche sulle modalità di intervento

Il rispetto del principio ippocratico: “Primum non Nocere”

Il primo obiettivo della Chirurgia Minitraumatica è quello di rispettare i tessuti per favorire il loro immediato recupero strutturale e soprattutto funzionale. Ciò vale già dalle prime fasi dell’intervento, durante le quali avviene la ricerca manuale delle vie di accesso all’area interessata dalla patologia, utilizzando il minimo indispensabile di strumentazione e sfruttando solo vie precostituite (quelle più adatte) che scorrono lungo i piani di clivaggio naturali dei tessuti.

Questo modo di procedere permette di evitare l’incisione massiva dei vasi, dei nervi e dei tessuti del paziente. Di conseguenza non sarà poi necessario ricorrere a eccessive suture che spesso determinano tempi più lunghi di cicatrizzazione (e cicatrici vistose) e inevitabili danni non solo strutturali, ma soprattutto funzionali all’organismo.

L'utilizzazione sistematica della separazione manuale (che nella Chirurgia Minitraumatica sostituisce l’incisione delle strutture che entrano a far parte dell’architettura dei tessuti) oltre ad evitare danni irreparabili, previene l’insorgenza dei fenomeni correlati al dolore e permette la continua perfusione delle cellule che a sua volta garantisce, senza interruzioni, la loro buona ossigenazione durante tutto l' intervento e dopo la sua conclusione. Una garanzia su cui non si può scommettere quando i tessuti vengono sottoposti a stiramenti, compressioni ed altri traumatismi a causa di un uso scorretto ed eccessivo della strumentazione chirurgica.

domenica 8 marzo 2009

LA TESTIMONIANZA DI AGNESE
"Da anni il dottor D'Acunto mi aveva diagnosticato la presenza di un fibroma all'utero: tramite visite periodiche lo abbiamo tenuto sottocontrollo. Nell'ultimo periodo, però, igrossandosi un po', il fibroma ha iniziato a premere sulla vascica, aumentando notevolmente lo stimolo urinario. A questo problema si è aggiunto un prolungamento della durata del ciclo (con alcune perdite) e quindi il dottore ha deciso che era arrivato il momento di operare: l'unico modo per risolvere il mio problema. Dopo gli esami di routine è arrivato il giorno del ricovero all'ospedale di Pisa avvenuto la mattina precedente a quella dell'intervento. Sono stata operata giovedì 19 febbraio con anestia totale e sono stata sottoposta all'asportazione dell'utero e delle ovaie tramite la tecnica della Chirurgia minitraumatica. Delle ore successive non ricordo molto: ho dormito sia il pomeriggio che la notte, tanto che mia figlia, rimasta in ospedale nel caso ci fosse stato qualche bisogno, si è limitata a guardarmi mentre riposavo. Il venerdì sono persino riuscita ad alzarmi dal letto e a fare qualche passo fino a raggiungera la poltrona dove sono rimasta seduta per alcuni minuti. Non avevo dolori, l'unico fastidio era quello di trovare la posizione giusta nel letto. La sera del venerdì ha avuto qualche linea di febbre fisiologica, ma già sabato mattina ho fatto colazione e una passeggiata lungo il corridoio. In più sono andata tranquillamente in bagno e ho ricevuto le visite dei miei parenti. I dottori mi hanno assicurato che l'operazione era perfettamente riuscita e che il giorno dopo sarei potuta uscire dall'ospedale. La domenica, infatti, sono stata dimessa: ho salutato le altre pazienti che erano in camera con me e ho affrontato senza avere alcun tipo di dolore il viaggio in macchina (di un'ora) che da Pisa mi ha portato a Follonica. Appena tornata a casa ho apparecchiato la tavola e ho mangiato insieme a mia figlia e a mio marito. La convalescenza è stata un po' forzata...mi sentivo bene e avrei voluto dare una mano in casa. Tutto è andato alla perfezione e la settimana successiva all'intervento sono andata in Puglia a trovare alcuni parenti: un viaggio di otto ore in auto e per me, nè per la piccola cicatrice, nessun problema. Al ritorno ho ricominciato la vita di sempre, con il lavoro". Agnese Regina 48 anni Follonica
RISPARMIO DI STRUMENTI E MATERIALI
La quantità di strumenti e materiali che la Chirurgia Minitraumatica utilizza é veramente minima: la sua eccellenza dipende dall'alto livello di abilità manuale raggiunta dal chirurgo. Il motivo di questa scelta non è solo etico, ma soprattutto pratico perché, a partire dal microcosmo racchiuso in una qualsiasi cellula, ogni struttura biologica se danneggiata o distrutta, non può essere riparata in nessun modo con i mezzi meccanici a nostra disposizione. E' perciò indispensabile rispettare al massimo anche le più piccole risorse di un organismo già costretto a combattere contro la malattia, per aiutarlo realmente ad uscirne vincitore.
DETTAGLI TECNICI DELL’OPERAZIONE
A tal fine quando la Chirurgia Minitraumatica viene applicata a patologie che hanno colpito gli organi pelvici prevede l'intervento extracorporeo che, grazie alla traslazione extracavitaria degli organi interessati, permette l'isolamento della cavità addominale e del suo contenuto con la semplice applicazione di un apposito splint isolante. L'idratazione continua dei tessuti completa la loro protezione, evitando qualsiasi danneggiamento delle pareti cellulari che altrimenti dopo soli tre minuti di esposizione all'essiccamento sarebbero distrutte. Con questa metodica, associata al drenaggio continuo, é possibile mantenere continuamente in diluizione i fattori che normalmente innescano i processi della coagulazione e la formazione della fibrina, evitando allo stesso tempo di creare microtraumi alle sierose che rivestono tutti gli organi e le pareti intracavitarie, cosa che invece succede sempre con l'utilizzazione scorretta di compresse e tamponi. E poi viene impedito il riassorbimento di molecole pirogene ed impedita l'insorgenza dei processi febbrili. Tutto questo spiega il benessere dopo la conclusione dell'intervento confermato da chiunque abbia usufruito della Chirurgia Minitraumatica.
LE SUTURE
Le poche suture utilizzate sui tessuti (tranne quelle con funzione emostatica) sono tutte autostatiche, senza nodi, a doppia greca, tombate, planari ed elastiche. I risultati di quelle cutanee sono enormemente apprezzate soprattutto dalle donne: le cicatrici sono appena visibili. Non solo vantaggi dal punto di vista estetico però, le caratteristiche architettoniche di queste suture evitano che si crei il così detto “effetto imbuto bidirezionale”, impedendo a germi indesiderati di passeggiare indisturbati da un piano all'altro dei vari organi e tessuti, come invece succede quando vengono applicate suture con nodi che contemporaneamente attraversano e mettono in comunicazione livelli diversi per caratteristiche fisiche, bioumorali e batteriologiche. Estrema attenzione viene riservata alla cura e alla sterilizzazione del campo operatorio: non solo prima di iniziare l'intervento, ma anche dopo la sua conclusione. Analoghi accorgimenti vengono riservati per le porte naturali tra l'interno e l'esterno dell'organismo, come la vulva, la vagina e l'ano. Queste sono le uniche procedure che, in migliaia di casi in cui è stata applicata la Chirurgia Minitraumatica, si sono rivelate capaci di evitare l'insorgenza di processi febbrili e di garantire l'azzeramento di ogni possibile infezione delle suture cutanee.
Scuole aperte in altri Paesi
é facile insegnare e apprendere la tecnica
Un'altra importantissima caratteristica della Chirurgia Minitraumatica risiede nella semplicità con cui può essere insegnata ed appresa. Il dottor D’Acunto e il collega Cortes Prieto stanno cercando di diffondere la tecnica anche in altri Paesi: Ecuador, Brasile, Francia e Spagna. Qui la “filosofia” della Chirurgia minitraumatica viene insegnata ad altri medici, chiamati poi a metterla in pratica nei loro ospedali. Una filosofia che va controcorrente: oggi la medicina investe sempre più sulle tecnologie avanzate, robotiche, mentre la tecnica ginecologica adottata dal dottor Antonio D’Acunto e dal collega spagnolo Joaquin Cortes Prieto punta sull’utilizzo delle mani. Si tratta di un ritorno alla “semplicità” in vista del risparmio di strumenti e materiali.